Piero Simondo e Elena Verrone
Piero Simondo nasce il 25 agosto del 1928 a Cosio d’Arroscia.
Vive un’infanzia travagliata a seguito della decisione di suo padre, soldato, di partire per l’Africa lasciando la famiglia a Cosio. Piero cresce circondato dall’affetto della madre Amelia e degli abitanti di Cosio ma è ancora un ragazzo quando rimane orfano in seguito alla morte della madre a soli quarantasette anni.
Simondo, che nel frattempo si era diplomato ad Albenga all’Istituto Magistrale, si trasferisce dai cugini a Mondovì dove supera l’esame di maturità classica.
Frequenta la facoltà di Chimica all’Univeristà di Torino ma l’interesse per l’arte lo induce a iscriversi l’anno successivo all’Accademia Albertina dove è allievo di Felice Casorati. Nel 1950 decide di iscriversi a Filosofia sempre nell’Ateneo torinese.
Proprio questa nuova Facoltà fa da sfondo all’incontro tra Piero ed Elena Verrone: un legame destinato a durare per tutto l’arco della vita.
Elena Verrone è originaria di Alba e questo incide nella decisione di Piero di trasferirsi nelle Langhe.
Proprio Elena nel 1952 organizza una mostra di ceramiche astratte di Simondo che, in quegli anni, sperimenta nel mondo dell’arte insieme all’amico Pinot Gallizio, un farmacista con la vocazione della pittura.
Nel 1955, in occasione di una mostra ad Albisola, conosce l’artista danese Asger Jorn con cui, insieme a Pinot Gallizio, fonda nel cortile di casa Gallizio il “Laboratorio di esperienze immaginiste”, un’emanazione diretta del Movimento internazionale per una Bauhaus immaginista (MIBI) fondato da Jorn qualche anno prima.
Il sodalizio artistico con Jorn e Gallizio continua e nel settembre del 1956 i tre artisti organizzano ad Alba, insieme ad Elena Verrone, il Primo Congresso mondiale degli Artisti liberi sul tema “Le arti libere e le attività industriali”. Il “Laboratorio di esperienze immaginiste” fondato da Simondo, Jorn e Gallizio nei giorni del Congresso assolve la sua funzione di luogo di sperimentazione artistica individuale e collettiva secondo i principi del MIBI e gli auspici dei tre artisti fondatori.
Nel luglio 1957 proprio grazie a Piero ed Elena si creano le circostanze per la formazione del movimento situazionista: i due novelli sposi invitano nella città natale di Simondo per festeggiare il loro recente matrimonio un gruppo di artisti, pensatori e amici formato da Asger Jorn, Pinot Gallizio, Guy Debord e Michèle Bernstein, Ralph Rumney e Pegeen Guggenheim, e Walter Olmo.
Tra una bottiglia di cosiate (il vino del luogo) e discussioni a tema artistico nasce l’Internazionale Situazionista (IS).
Ma l’adesione di Piero ed Elena all’IS è breve poiché nel gennaio successivo vengono espulsi insieme a Walter Olmo in seguito ad una polemica con Guy Debord.
Simondo e Verrone erano entrati in una fase più stabile della loro vita che sembrava troppo convenzionale per un movimento come quello situazionista; infatti la loro figlia Amelia sarebbe nata un anno dopo.
La vita di Piero Simondo continua lontana da Cosio d’Arroscia ma l’artista rimarrà fortemente legato a questo piccolo borgo dell’imperiese tornandovi ogni estate durante le ferie.
Dopo queste esperienze Simondo sviluppa a Torino tra il 1962 e il 1967 un nuovo lavoro di gruppo: il CIRA, Centro di cooperazione per un Istituto Internazionale di Ricerche Artistiche in cui riprende i lavori iniziati con il MIBI e con il Congresso mondiale degli artisti liberi di Alba.
Dal 1968 prosegue individualmente la sua ricerca artistica e dal 1972 insegna presso l’Istituto di Pedagogia dell’Università di Torino guidando gli studenti nei laboratori di attività sperimentali e poi tenendo la cattedra di Metodologia e didattica degli audiovisivi.
Piero Simondo muore il 6 novembre 2020 a Torino.